Basquiat: “Voglio essere un artista, non un artista nero!”

Il graffitismo è un movimento artistico nato verso la metà degli anni Settanta a New York, e sono proprio le mura di questa metropoli ad essere le tele preferite di Jean-Michel Basquiat.

Per firmare i primi graffiti, insieme all’amico che lo accompagnerà in questo percorso, utilizzano l’acronimo SAMO (SAMe Old shit) come allusione alla solita routine newyorkese. Dopo la morte dell’amico, Basquiat consapevole del suo estro, utilizza il simbolo del copyright o la corona per sottolineare la propria individualità e superiorità.

A soli 20 anni, inizia ad esporre le sue opere nelle maggiori gallerie d’arte, riuscendo a portare strumenti e tecniche da strada nelle pinacoteche.

Basquiat, orgoglioso delle sue origini afro-americane, affronta temi di repressione sociale con particolare attenzione al razzismo. Lui voleva essere solo se stesso, non un’artista nero ma un’artista. Tra le varie opere spicca “Thin Lips” (labbra sottili), questo titolo allude ad un detto americano riferito a chi compie false promesse, non a caso il dipinto raffigura l’ex presidente americano Ronald Reagan del quale criticava la politica di riduzione fiscale per ricchi andata poi svanendosi.

La sua denuncia sociale avviene tramite la rozza semplicità dei tratti infantili usando materiali diversi evitando l’uso di cornici, ma ciò che caratterizza le sue opere è l’inserimento di parole, a volte sparse e a volte utilizzate come sfondo per attirare l’attenzione dello spettatore.

Fino al 30/07/2017 più di cento opere di Basquiat si troveranno al Chiostro del Bramante a Roma, dove si potrà entrare sensibilmente negli anni della street art americana.

JEAN-MICHEL BASQUIAT

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