Che fine hanno fatto le Province?

Troppo presi dai risvolti politici post referendum, ci siamo dimenticati di analizzare una questione piuttosto importante legata allo stesso quesito referendario di Dicembre: che ne è stato delle Province? E quale sarà il loro prossimo futuro?

All’ente periferico meno importante sono rimaste ormai soltanto competenze residuali, in virtù dei grossi cambiamenti che si sono susseguiti negli ultimi 10 anni e tenendo conto dei maxi tagli che sono stati effettuati. Edilizia scolastica degli istituti superiori (circa 5 mila scuole), manutenzione delle strade provinciali (circa 120 mila km di strade) e il coordinamento tra comuni per la raccolta dei rifiuti, queste le competenze ancora nelle mani delle province. Poca roba, sicuramente, ma certo di grandissima importanza in un momento come questo, in cui tantissimi comuni d’Italia sono stati colpiti dal gelo, e la paura del terremoto e dell’inadeguatezza delle strutture scolastiche non è certo svanita.

La legge Delrio del 2014 aveva totalmente riformato le province:
– abolizione delle elezioni a suffragio universale e inserimento delle elezioni di secondo livello, con sindaci e consiglieri comunali dei rispettivi territori che votano i propri rappresentanti nell’ente;
taglio progressivo  dei fondi (da 650 milioni fino a 1,3 miliardi);
taglio del personale (circa 23 mila dipendenti).
All’inizio del 2017 era previsto un terzo taglio ancora più deciso, il quale avrebbe dovuto condurre fino alla lenta eliminazione dell’ente provinciale. Ovviamente, in virtù del risultato di Dicembre, l’ennesima stoccata in bilancio è stata evitata e, oggi, avanzano le richieste di risorse economiche allo Stato. L’UPI (Unione Province Italiane) ha battuto cassa nell’ultimo mese, chiedendo 500 milioni per far fronte a tutte le competenze ordinarie e straordinarie di questi tempi. Dopo di che, una volta rimesse in moto, le province chiederanno una riorganizzazione precisa dei compiti, una ridefinizione dei rapporti con gli altri enti locali e una riassegnazione dei fondi, al fine di permettere il rilancio dell’ente.

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