Il primo bond cinese a Londra

La banca centrale cinese lancia il suo primo bond sulla piazza di Londra nel giorno della visita del premier cinese Xi Jinping alla Regina Elisabetta. L’ufficializzazione è avvenuta solo qualche giorno fa ma già da un mese il premier Osborne aveva annunciato l’emissione del bond da 5 miliardi di Renminbi (circa 500 milioni di sterline) della People’s Bank of China. Un momento storico questo che ha visto l’approvazione dei mercati con una domanda ben al di sopra dell’offerta che ha portato i rendimenti a calare ben del 3 % rispetto al target iniziale. La scelta da parte di Pechino ha l’obbiettivo di lanciare gli scambi di valuta cinese sul mercato europeo, mentre i britannici cercano di espandere gli investimenti esteri sul proprio territorio; ben 30 miliardi di sterline l’ammontare che verrà investito dalla Cina a Londra, che diventerà l’hub più importante del mondo dove verrà scambiato il Renminbi.

Ma non si fermano qui gli investimenti del mostro asiatico sul territorio britannico. Si parla addirittura della possibilità di costruire la cosiddetta “terza city” o “city cinese”, il terzo distretto finanziario londinese interamente finanziato da Pechino. Non è certo casuale dunque il “tappeto rosso” che è stato steso dal premier Osborne al leader Xi Jinping qualche giorno fa. La Cina continua sulla via dell’espansione commerciale e finanziaria nel resto del mondo e sopratutto in questo momento cerca di combattere le oscillazioni della propria valuta che hanno portato ad una svalutazione in Agosto e a qualche incertezza degli investitori stranieri con conseguente leggera flessione del PIL prevista per quest’anno dal 9,0 % al 7,0 % circa. L’impressione è che ormai Pechino non si accontenti soltanto di esportare i propri prodotti manifatturieri a basso prezzo generando una grande liquidità di valuta straniera nella propria economia, ma sia pronta a grandi investimenti finanziari per cercare di rendere più appetibile anche la propria moneta.

Londra ben ha incontrato le esigenze del “dragone rosso” visti i suoi problemi negli ultimi tempi nel manifatturiero. Gli inglesi continuano ad attrarre investimenti dal continente asiatico tanto che ad oggi, la City risulta di gran lunga la meta più gettonata per gli investitori cinesi (al secondo posto c’è l’Italia) senza dimenticare la fortissima componente commerciale indiana presente sull’isola.

Questa a dir poco storica emissione non a caso si verifica in un momento in cui si parla molto concretamente di Brexit. Il popolo anglosassone ha più volte dichiarato la propria volontà di uscire dall’UE e il referendum per dire no all’unione di tecnocrati appare ormai cosa possibile. L’esecutivo è dunque in cerca di reali alternative per l’economia inglese in un contesto geopolitico, economico e sociale ormai in un momento di profonda rivoluzione. La Cina rappresenta oggi una potenza mondiale in tutti i sensi e la sua espansione è costante su tutti i punti di vista.

Mentre si parla di Russia, Pechino sta letteralmente invadendo da un punto di vista economico l’Europa e l’Africa e nessuno pare accorgersene. Dovremmo iniziare a dare il giusto peso a questa “invasione” ricordandoci ogni tanto che in quella parte del mondo quotidianamente vengono ignorati e calpestati una larga parte di diritti umani di cui noi europei ci proclamiamo difensori.

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