Renzi potrebbe aver sbagliato mosse; un Governo 5 Stelle è ora possibile?

I ballottaggi di queste elezioni amministrative del 2016 hanno dato un segnale fortissimo all’Italia intera e hanno scosso notevolmente l’attuale partito di maggioranza, il PD. Il M5S ha trionfato in 19 ballottaggi su 20 in tutta Italia andando a conquistare due delle tre città più rilevanti d’Italia: Roma e Torino. La vittoria della Raggi nella Capitale era nell’aria da tempo visti i non tranquilli trascorsi di destra e sinistra al Campidoglio nei precedenti mandati ma il successo di Chiara Appendino a Torino contro Fassino ha del sorprendente e ci porta a farci qualche domanda. Fassino prima del ballottaggio era in netto vantaggio sulla giovane pentastellata e si è invece ritrovato sconfitto, con un margine anche abbastanza ampio alla tornata decisiva. Com’è possibile? La realtà è che queste amministrative ci hanno messo nero su bianco un dato decisamente molto importante: nei ballottaggi tra PD e M5S, una percentuale altissima della destra, moderata o radicale, sostiene i pentastellati. E’ successo esattamente così a Roma dove, nonostante Giorgia Meloni abbia invitato all’astensione, un buon 70% degli elettori di FdI ha sorretto Virginia Raggi ed in particolare a Torino dove i voti della destra sono stati fondamentali per sconfiggere un Sindaco comunque apprezzato come Fassino.

Ora, questo dato sui ballottaggi va tenuto molto bene in considerazione perchè potrebbe avere una rilevanza straordinaria non solo sul piano amministrativo locale ma anche su scala nazionale. A Ottobre il popolo italiano sarà chiamato a referendum per scegliere se abolire o meno il bicameralismo perfetto. Ma questo referendum potrebbe avere ulteriori importanti risvolti oltre quello storico di modificare il nostro impianto parlamentare. Matteo Renzi ha posto la riforma del Senato come il caposaldo del suo Governo; sul successo o meno di essa si baserà dunque l’intera fiducia al suo mandato. Il leader dem potrebbe però essersi dato a questo punto una grande zappa sui piedi tenendo conto dell’attuale situazione politica italiana. Infatti, la nuova legge elettorale, l’Italicum, sulla quale lo stesso Renzi ha fatto una fortissima pressione affinchè venisse approvata, prevede un premio di maggioranza fino al 55% alla lista che superi il 40% dei voti totali e, nel caso questa percentuale non venga raggiunta un ballottaggio in secondo turno per determinare appunto a chi verrà attribuito il premio. Al momento l’Italicum è previsto soltanto per l’elezione della Camera in attesa del referendum costituzionale ed appare quindi chiaro che una vittoria del SI a Ottobre porterebbe all’applicazione immediata della nuova legge elettorale che potrebbe sfavorire notevolmente il PD alle prossime politiche in un possibile ballottaggio stretto contro i 5 stelle.

Matteo Renzi ha spinto tanto, tantissimo durante questo suo mandato per la nuova legge elettorale e il nuovo Senato probabilmente per riuscire in futuro a consolidare il proprio potere governativo che a quei tempi godeva di indiscusso consenso. Oggi però, le mille dinamiche politiche e la crescita del nuovo movimento “populista” hanno rovesciato la situazione mettendo indirettamente il PD in una situazione che potrebbe essere di svantaggio nel breve termine. Certo, rimangono da determinare tante questioni: come si comporterà la destra nei prossimi mesi e se potrà tornare ad affermarsi unita; quali saranno le reazioni dei cittadini al referendum e quanto un eventuale successo di Renzi porterà dalla sua parte il consenso; quali saranno le prossime azioni di Grillo e il suo entourage. Infine, non va dimenticato che un conto sono le amministrative, un altro le politiche e le elezioni europee del 2013 ci dovrebbero ricordare fortemente questa differenza.
Lo scenario politico attuale in Italia è  contorto ma queste elezioni amministrative hanno dato un segnale forte e tangibile che un prossimo Governo a 5 stelle non è più utopia. Quel famoso bipolarismo partitico che contraddistingue il nostro Paese e che sembrava non avrebbe mai permesso al nuovo movimento di affermarsi in sede governativa, potrebbe diventare invece a breve la carta vincente di Grillo.

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