Riforma della prescrizione

Riforma della prescrizione

In questi giorni si è tanto sentito parlare della riforma della prescrizione che l’attuale governo, dopo varie discussioni, si prepara a varare. L’accordo delle due forze di maggioranza, M5S-Lega, è stato raggiunto in un emendamento al ddl Anticorruzione che approderà questa settimana in Parlamento. Con questo articolo proveremo a spiegare cosa è l’istituto della prescrizione e come cambierà.

Cos’è la prescrizione? 

La prescrizione si basa sul tempo trascorso dalla commissione del fatto di reato senza che sia intercorsa una sentenza definitiva di condanna, si traduce nella rinuncia dello Stato a far valere la propria pretesa punitiva.

Natura sociologica

La ragione della prescrizione ha natura sia sociologica che processuale. Dal primo punto di vista si rifugge dal non perdonare nulla di quanto è accaduto assai indietro nel tempo, perché la funzione di prevenzione rischia di esercitarsi nei confronti di chi non lo merita più

(immaginate di esser condannati quando avrete 50 anni per la bicicletta che avevate rubato all’età di 20!).

Natura processuale

Processualmente, invece, si denota che lo scopo del processo penale è l’accertamento di come le cose sono realmente andate; perciò col passare del tempo, la possibilità di disporre di perizie, consulenze, raccogliere prove, soprattutto testimoniali, diventa sempre più ardua ed esposta a errori. Un motivo di ragion pratica che induce a mettere un punto fermo.

L’attuale I comma dell’art 157 del codice penale recita così “La prescrizione estingue il reato decorso il tempo corrispondente al massimo della pena edittale stabilita dalla legge…”, si è infine tipizzata l’imprescrittibilità dei reati punibili con l’ergastolo. Di seguito l’art 158 disciplina la decorrenza del termine della prescrizione, stabilendola dal giorno della consumazione del reato.

Cosa prevede la riforma sulla prescrizione?

Ma cosa prevede la riforma?

La nuova disciplina regola l’interruzione della prescrizione una volta emessa la sentenza di primo grado.

I sostenitori della riforma affermano che permetterà di arrivare alla fine dell’iter processuale con una sentenza certa, togliendo la possibilità ai presunti colpevoli di usufruire di cavilli ed espedienti processuali, al fine di creare lungaggini e di far intervenire l’istituto in questione.

Gli Oppositori

D’altro canto, gli oppositori della riforma, prevedono un dilatarsi dei tempi processuali, per l’aumento del lavoro delle procure già affollate, con il rischio dell’imputato di rimanere nel limbo del processo per un tempo indeterminato. Per ovviare a un rischio del genere, l’entrata in vigore della riforma è stata prorogata al 1° gennaio 2020, dopo che, secondo le intenzioni del Guardasigilli Bonafede sarà varata “la riforma epocale del processo penale” contenuta in una legge delega da esercitare entro dicembre 2019, che stabilirà tempi certi per la durata dei processi.

Autore:

Daniele Figà 

 

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