#TorverPills: Scivolone D&G in Cina, UE apre a procedura contro l’Italia

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Ufficializzata la procedura di infrazione per debito all’Italia. In Francia i Gilet gialli a Parigi. Negli Usa con un comunicato ufficiale Trump si riappacifica con l’Arabia Saudita. Dalla Cina ritirati i prodotti D&G dalle piattaforme online dopo accuse di razzismo.

La UE apre a procedura d’infrazione per debito eccessivo.

La notizia era nell’aria da diverso tempo. Nonostante il lungo tira e molla con Bruxelles la Commissione Europea ha formalizzato la propria bocciatura al Documento programmatico di bilancio italiano. La procedura d’infrazione per debito, ci tiene a precisare Pierre Moscovici, avrà bisogno di alcune settimane. Settimane necessarie agli stati membri dell’Unione per prenderne visione e permettere alla Commissione di preparare la procedura.

  • Secondo noi: La commissione Europea non fa un passo indietro ed emette una bocciatura quasi scontata. Lascia comunque aperta una porta aperta Moscovici, Commissario per gli affari economici europeo, che nelle prossime settimane continuerà le trattative con le autorità Italiane. Più confusa la linea del governo. Di Maio, Salvini e il Premier Conte sembrano voler tirare dritto convinti che l’Unione riconoscerà la validità della manovra. Strategia un pò debole, considerato che fin ora ha portato esattamente l’opposto di quanto sperato.
Pierre Moscovici, 61 anni. Ex Ministro dell economia francese e ora Commissario europeo per gli affari economici e monetari

Non si ferma la protesta dei Gilet gialli per il caro-benzina.

Oramai da giorni in tutta la Francia continuano le proteste contro l’ecotassa voluta da Macron. Le nuove accise sulla benzina ma soprattutto sul diesel avrebbero diffuso malcontento particolarmente tra le fasce meno benestanti della popolazione, le più colpite dal rincaro. La protesta ha portato notevoli disagi, con il blocco in settimana di strade e depositi di carburante.

  • Secondo noi: Il bilancio conta già di 2 morti e più di 400 feriti ed è destinato a salire in vista della grande manifestazione che minaccia di bloccare la capitale francese. I cittadini sembrano essere d’accordo con il 77% che appoggia la protesta e la popolarità di Macron ai minimi. Non ci sentiamo comunque di ignorare le ripetute violenze dei dimostranti che hanno portato a numeri da vera e propria sommossa. Ricordiamo poi che più che una procedura di aumento delle tasse l’intenzione del governo è di decurtare gli sgravi fiscali sul diesel fino a eguagliare il prezzo della benzina che comunque rimarrebbe più basso, ad esempio, di quello italiano.
I “Gilet jaunes” protestano a Parigi

Pace fatta tra Washington e Riad.

Con un comunicato ufficiale il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump rinnova l’alleanza con la l’Arabia Saudita. Così facendo Trump ignora, o finge di ignorare, il rapporto della CIA sul caso Khashoggi che identificava come evidente mandante il principe ereditario Mohammad bin Salman, oramai sempre più leader de facto del paese.

  • Secondo noi: Il Foglio sceglie il titolo probabilmente più azzeccato per la notizia: “la scelta di convivere con i mostri”. L’episodio Khashoggi è probabilmente uno dei casi diplomatici più maldestri e incresciosi della storia recente. Il Presidente sembrava aperto a rivedere le proprie alleanze dopo aver chiesto spiegazioni sull’accaduto. Invece nulla, si preferisce non vedere e continuare a curare i propri interessi con un paese che uccide dissidenti e viola costantemente i diritti umani più elementari. Peccato.
WASHINGTON, DC – MARCH 14: U.S. President Donald Trump (R) meets with Mohammed bin Salman, Deputy Crown Prince and Minister of Defense of the Kingdom of Saudi Arabia, in the Oval Office at the White House, March 14, 2017 in Washington, DC. (Photo by Mark Wilson/Getty Images)

D&G nei guai in Cina.

Pronta per un grande show pubblicitario a Shanghai, la nota casa di moda si è trovata al centro di polemiche dopo aver pubblicato alcuni video ritenuti offensivi per la cultura del popolo cinese. A peggiorare le cose delle conversazioni divulgate dal profilo Instagram di Stefano Gabbana. Lo stilista con toni forti criticava e insultava il paese asiatico e i suoi cittadini. Nonostante le scuse e le smentite sulle frasi dello stilista (il profilo sarebbe stato hackerato) il Governo e la popolazione hanno reagito duramente, boicottando il marchio e costringendo ad annullare il grande evento in programma.

  • Secondo noi: La storia ha quasi dell’incredibile, la Cina è da sempre paese orgoglioso ed era prevedibile che avrebbe reagito così a insulti tanto pesanti. La scusa del profilo hackerato convince a metà e probabilmente servirà parecchio tempo al brand milanese per riprendersi in quello che è uno dei mercati più strategici del pianeta.

 

Fotogramma dello spot della discordia.

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