#UiFlashback: 20 Marzo 1800, Invenzione della Pila di Volta

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Il Mondo dei Device:

Smartphone, tablet, computer portatili, auricolari bluetooth, smartband e smartwatch, calcolatrici, reflex digitali, droni.. Chissà quanti degli strumenti che utilizzate giornalmente necessitano di una batteria per poter funzionare correttamente..

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Ebbene, gran parte dei dispositivi che conoscete necessitano di un sistema che permette di generare elettricità con una corrente costante nel tempo. Anzi, se ci riflettete un secondo, tale condizione è necessaria al funzionamento di tutti gli strumenti digitali. Possiamo dire che senza l’invenzione della Pila di Volta, ossia la prima batteria, il digitale come lo conosciamo oggi non esisterebbe affatto.

La Prima Batteria.

“..L’apparecchio di cui vi parlo e che senza dubbio vi meraviglierà non è che l’insieme di un numero di buoni conduttori di differente specie, disposti in modo particolare, 30, 40, 60 pezzi o più di rame.. applicati ciascuno a un pezzo di.. zinco, e un numero uguale di strati d’acqua.. salata..: di tali strati interposti a ogni coppia o combinazione di due metalli differenti, una tale serie alternata, e sempre nel medesimo ordine, di questi tre pezzi conduttori, ecco tutto ciò che costituisce il mio nuovo strumento..”

Estratto della lettera datata 20 marzo 1800, in cui Alessandro Volta annuncia la sua invenzione al presidente della Royal Society di Londra, sir Joseph Banks:
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Gli strati di metallo “impilati” come descritto nella lettera hanno suggerito il nome della Pila.

La prima batteria era piuttosto delicata e pesante da trasportare. Nel tempo tuttavia si è evoluta migliorando in termini di durata, di affidabilità e di cicli di ricarica. La ricerca di materiali innovativi ne ha diminuito drasticamente il peso e tuttavia aumentato notevolmente le prestazioni. E’ proprio grazie alla continua evoluzione della batteria che abbiamo ottenuto la trasportabilità di gran parte dei dispositivi digitali che conosciamo, garantendone anche la diffusione.

La Batteria e il Futuro:

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Tesla Roadster modello 2020

Costruire batterie sempre più leggere e performanti è ancora la sfida del futuro. Infatti molti di noi si augurano la progressiva sostituzione del “motore a scoppio” con mezzi elettrici al fine di ottenere un futuro più sostenibile. Tale cambiamento passa necessariamente per la ricerca di materiali e tecniche estrattive innovative, dal minor impatto ambientale e più facili da ripetere, e magari meno costosi. Tuttavia ragioniamoci un attimo: cosa comporterà per il futuro?

Prendiamo la diffusione degli smartphone come metro di misura di tale cambiamento. Oggi ciascuno di noi dispone almeno di uno smartphone, la cui batteria pesa circa 100 grammi in media. Tale diffusione ha innescato una vera e propria corsa al litio (materiale fondamentale per le batterie di ultima generazione) corsa dagli sviluppi ambientali anche drammatici, come descritto nell’articolo “Dalle miniere alle fabbriche” del sito Linkiesta. Ragioniamo insieme: un auto elettrica pesa circa una tonnellata in più rispetto ad una benzina dalle dimensioni simili, di cui 600kg solo di batteria. Il peso della batteria di una automobile elettrica è 6000 volte il peso della batteria di uno smartphone. Vi state facendo un idea di come cresca il fabbisogno di litio nel tempo? Qui un altro articolo interessante sulla corsa al litio redatto da AGI.

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Salar del Uyuni, Bolivia. La più grande distesa salata al mondo.

Immaginate questo: il litio non viene “estratto ma prodotto per evaporazione, attraverso una procedura che è appunto propria più delle saline che delle miniere“. E da tale procedura, tale sfruttamento, deriva anche la necessità di smaltire i residui e le vasche utilizzate per l’evaporazione.

La Batteria, il Cobalto e lo Sfruttamento del Congo.

Il cobalto invece è un metallo necessario alla realizzazione del catodo, ossia il polo negtivo di una batteria al litio. Si stima che per la batteria di uno smartphone siano necessari dai 5 ai 10 grammi di cobalto, mentre per quella di un automobile elettrica anche 15kg. In un articolo del 2016 il Washington Post ci mostra come nella filiera per estrarre cobalto in Congo siano sfruttati anche bambini che scavano a mani nude. Inoltre la continua attività di scavo espone tutta la popolazione locale ad intossicazione alimentare e respiratoria. Allora si stimava che la “fame di cobalto” sarebbe triplicata entro il 2020 a causa del mercato dell’automobile elettrica.

Durante questi giorni di quarantena passerete molto più tempo in compagnia dei vostri dispositivi digitali preferiti (immagino soprattutto al fine di evitare di impazzire). In parte dovete ringraziare Alessandro Volta e la sua ferrea volontà di continuare i suoi studi scientifici nonostante il parere contrario dei genitori. In parte dovete ringraziare di vivere nella parte più fortunata del mondo, dove questi dispositivi vengono usati e soprattutto dove non è necessario scavare a mani nude per sopravvivere.

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