L’Università a metà

In occasione dell’inaugurazione del 781° anno accademico dell’Università di Siena, Rosalia Selvaggi, in rappresentanza di tutti gli studenti degli atenei italiani, denuncia le criticità del sistema universitario, tutto ciò di fronte al Presidente della Repubblica. Quest’ultimo, messo alle strette di fronte all’evidenza dei fatti, si limita ad annuire per poi, all’interno del suo successivo intervento, sottolineare l’importanza delle università nel nostro paese.


Le parole di Rosalia sono, per così dire, spietate nei confronti di quelle istituzioni che sembrano mostrarsi sempre più indolenti nei confronti degli studenti e delle loro legittime richieste. Dopo un periodo pandemico nel quale l’Università si è dimostrata non valere uno zero per chi questo Paese lo governa, ci ritroviamo in una situazione di estremo disagio e alienazione. Quegli spazi prima destinati agli studenti, anche a fronte di numerose richieste e altrettante promesse, hanno smesso di espletare la loro funzione per lasciare spazio a quella inaudita rigidità in cui versa, allo stato attuale dei fatti, il nostro sistema universitario. Inutile dire che gli interventi mirati all’adeguamento delle strutture per l’emergenza Covid avrebbero potuto avere luogo con più anticipo per permettere agli studenti di ritrovare la normalità, quella normalità di cui tanto abbiamo bisogno, fatta di spazi condivisi, di scambi culturali e personali, in altre parole, di “contatto”.


Si tende ormai a giustificare qualsivoglia risposta negativa in questo senso attraverso la chiamata in causa del Covid e di tutte le preoccupazioni da esso scaturite. Tale tendenza si scontra però con il concetto di dibattito in quanto rappresenta una vera e propria barriera posta nei confronti dell’interlocutore che, sistematicamente, non riceve altra motivazione, rispetto alle misure adottate, se non la suddetta. Frutto della mancata presa di responsabilità da parte delle istituzioni, universitarie e non, il comportamento precedentemente analizzato fa in modo che quella tanto auspicata ripartenza tardi ad arrivare, o peggio, non arrivi mai. I presupposti per ripartire in sicurezza sembrano esserci, vedasi la totalità del corpo studentesco vaccinata, a mancare è solo l’impegno e il coraggio di chi all’Università dovrebbe dare nuova vita.

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