Il palazzo della memoria

Dare 7 esami in una sessione? Si può fare!

Il cosiddetto “palazzo della memoria” o “tecnica dei loci” costituisce una delle più famose tecniche per apprendere dati e informazioni. Si hanno menzioni di questo metodo fin dall’antica Grecia, dove era utilizzato per memorizzare lunghi discorsi. È impiegato persino da Sherlock Holmes e Patrick Jane nelle serie tv e dagli atleti nelle competizioni di memoria.

alt="memoria"

Come creare il proprio palazzo!

1. Questa tecnica di funzione mnemonica consiste nell’immaginare un “palazzo“ ossia un luogo che si conosce alla perfezione, come la casa dove si è cresciuti o il tragitto che si fa tutti i giorni per andare al lavoro.

2. Si dovrà decidere un percorso fisso che si dovrà effettuare nel “palazzo” e percorrerlo ogni volta secondo l’ordine scelto, senza mai cambiarlo (es. 1. salotto, 2. bagno, ecc.).

3. Si individuano i punti specifici del “palazzo” in cui conservare i dati. Si pensi all’informazione che si vuole immettere come un vero e proprio oggetto per poi posizionarla in un luogo a piacere. Bisogna conservare ciascuna di esse in un punto diverso dall’altro per evitare confusione (es. ad una stanza si assoceranno delle informazioni a dei cassetti, altre ad ulteriori mobili, ecc.).

4. Quando si vogliono inserire nuovi dati si deve creare una sorta di immagine distorta delle informazioni, in modo che provochi sensazioni vivide e forti.

5. Si può iniziare con qualcosa di semplice come la lista della spesa: si collega ogni componente della lista ad un oggetto nel luogo che si è scelto (es. lasagne-pavimento, marmellata-armadio).

6. Ora bisogna unire le due cose generando un immagine assurda che non si creerebbe mai nella realtà (es. si immagina che il pavimento sia ricoperto da lasagne, si percepisce la sensazione calpestandole e l’odore. Seguendo il percorso ed aprendo l’armadio, dentro si trova una marmellata che sta dipingendo).

7. Cosi facendo è possibile andare all’infinito e collegare sempre più dati ad oggetti. Successivamente, con molto allenamento, si può arrivare ad inserire formule, definizioni o quello che si vuole.

alt=“memoria”

Perché funziona così bene?

Il palazzo della memoria si fonda sulla memoria visiva e su quella spaziale, ovvero le due memorie più “potenti“ del cervello. Trasformare un paesaggio che si vede tutti i giorni e plasmarlo in modo distorto lascia un segno indelebile. Questo anche perché si unisce l’azione della memoria a lungo termine (il luogo del palazzo) a quella della memoria a breve termine(i vari dati che si inseriscono). Per arrivare ad utilizzare tale tecnica in un contesto universitario serve molta pratica, molti consigliano 30 minuti al giorno e già nel giro di qualche mese si potranno ottenere effetti molto soddisfacenti.

Ultimi articoli

Lascia un commento

Ti piacerebbe scrivere per il nostro blog?

Contattaci per entrare a far parte della redazione di UIF